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Libreria Altrevoci - Vendita Libri Narrativa

Libreria, vendita libri di narrativa padova, vicenza, venezia, treviso
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Libri di Narrativa


Racconti e romanzi che spesso si vedono sugli scaffali delle librerie di casa, ovvero i classici della letteratura, qui riproposti, e una selezione di nuovi titoli scelti tra i tantissimi che ogni settimana vengono pubblicati. Un insieme di libri cui dedicare i nostri momenti di pausa, svago e riposo al fine di riscoprire e trasmettere l’amore per la lettura grazie all’elogio di tutto ciò che dona fascino ad un libro : la copertina, il formato, l’edizione e, più di ogni altra cosa, il contenuto.



PROPOSTE DEL MESE
(Agosto 2014)


Judith Schalansky, Atlante delle Isole Remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò, ed. Bompiani, 2013

Tutto inizia con una bambina della Germania dell’Est che ama sfogliare l’atlante geografico di casa per poi viaggiare con la fantasia in paesi lontani. Quando cresce la sua passione la conduce in biblioteca per studiare su vecchie carte sinottiche « i minuscoli granelli di terra persi nel mare ». Per mesi, in silenzio e solitudine, scrive, disegna mappe e compone l’Atlante delle Isole Remote. Un libro bellissimo o meglio un incanto onirico-letterario nato dalla ricerca paziente della giovanissima Judith Schalansky che, con grazia certosina, descrive cinquanta piccolissime isole disperse nell’oceano. È la prima volta che a ciascuna di esse, così minuscole e distanti dalla madrepatria da non aver mai meritato di rientrare nelle carte nazionali, viene accordato un posto nella cartografia. Per ogni isola l’autrice che fa della cartografia un’arte poetica riporta le coordinate spaziali e un asse del tempo punteggiato di date foriere di notizie ripercorrendone, come se fosse un racconto, la storia tutta intera oppure le vicende più struggenti. Sono isole piccole come uomini e le loro storie sono brevi come quelle degli uomini ; tutte però toccate dal mistero malinconico che ogni materia assediata da materia opposta - terra circoscritta dall’acqua - ha dentro se stessa. Isole ai confini del mondo, sospese tra il vento e il silenzio, dove si può arrivare solo naufragando ; destinazioni desiderate da tutti quei viaggiatori che, in un’epoca di globalizzazione, sognano che da qualche parte del mondo ci siano ancora mete inesplorate e sconosciute, da scoprire, esplorare e conoscere. Ed è forse questa la vera libertà.




Stéphane Heuet, La petite bibliothèque maritime idéale, ed. Arhaud, 2013

In barca, per mare, quali sono i venti libri indispensabili per organizzare un’ideale biblioteca marittima ? Nella sua raccolta compatta ma alquanto rigorosa ed essenziale, l’autore Stéphane Heuet raccoglie i venti testi che, a suo avviso, ogni buon marinaio dovrebbe portare con sé al momento della partenza. Un insieme di testi - dai viaggi di Ulisse alla narrazione delle valorose scoperte di Magellano, del capitano Cook e del conte Louis-Antoine de Bouganville senza tralasciare i racconti carichi di avventure di Jack London, Victor Hugo, Ernest Hemingway e Stefan Zweig - la cui lettura ricca di suggestivo fascino e incanto ha persuaso molti alla chiamata del largo. Una piccola antologia che raccoglie odissee, traversie e peripezie per mare per accompagnare colui che trascorrerà le sue vacanze a bordo di un’imbarcazione e per far sognare chi, invece, ha deciso di restare con i piedi ben posati sulla terraferma.



Pablo Neruda, Viaggio lungo le coste del mondo, ed. Passigli, 2005

Grande viaggiatore, Pablo Neruda traccia, in questo breve testo, un affascinante itinerario attraverso vari continenti : l'America natale, dal Cile al Messico, il favoloso Oriente, dall'India fino a Singapore, passando per la Birmania, Ceylon e Giava, ed infine la vecchia Europa, con un’attenzione tutta particolare alla Spagna ai tempi della guerra civile. I ricordi si intrecciano agli aneddoti, le riflessioni personali alle considerazioni letterarie e politiche e le descrizioni paesaggistiche a dettagliati inventari di piante, conchiglie e animali. Un viaggio in prosa e in versi tra paesaggi multicolori. Un continuo divagare della memoria che è riuscita a sopravvivere all’oblio grazie alla concretezza dei paesaggi dalla vegetazione florida e seducente percorsi da avvenimenti storici e politici tutt’altro che sterili e ad un saldo sentimento di appartenenza venato di nostalgica malinconia verso i luoghi evocati, percorsi da avvenimenti storici e politici tutt’altro che sterili. Un dolce dondolio che nella sua leggerezza sarà capace di offrire al lettore il grande oceano della poetica nerudiana … condensato in una goccia d’acqua.



Paul Yoon, La riva del silenzio, ed. Bollati Boringhieri, 2014

« Quell’inverno, durante un acquazzone, arrivò in Brasile. Giunse per mare ... » Ha così inizio la storia di Yohan, un giovane prigioniero di guerra nordcoreano, cui, dopo gli orrori del conflitto vissuti nel suo paese, viene concessa l’opportunità di ricostruirsi una nuova vita in Brasile. L’abilità manuale di cui aveva dato prova nel campo di reclusione gli permette di ottenere una mansione di aiutante presso la bottega di Kyoshi, un anziano sarto giapponese, anche lui un tempo emigrato e anche lui ancora oggi spaesato. Per Yohan si apre così una nuova vita. L’unico legame con il suo paese d’origine è un marinaio sudcoreano della nave mercantile su cui aveva viaggiato e che fa regolarmente scalo al porto della cittadina dove ora vive ; il suo solo interlocutore è l’uomo di mezza età che taglia e cuce nella spartana bottega dove ora lavora. I due tacciono sul loro passato drammatico - il lettore potrà conoscere quello di Yohan tramite una serie di ricordi che lo assalgono improvvisamente e che, con parole scarne, rivelano gli orrori della guerra e della prigionia - e, nella quiete delle giornate trascorse insieme, grazie al suo silenzio colmo di gentilezza e saggezza, l’anziano Kyoshi riuscirà a trasmettere al giovane Yohan non solo la sua abilità nell’eseguire il lavoro di sartoria ma anche e soprattutto un consapevole atteggiamento di malinconica serenità raggiunto negli anni. Yohan inizia così a rinascere, a creare legami di affetto e persino a sognare. Una narrazione intessuta di silenzi e di ricordi che parlano muti, di sentimenti che si esprimono in gesti e non in parole e che fanno capire come la solitudine e il dolore estremo si possano raccontare senza toni eccessivi. Un romanzo fatto di luce, di squarci di paesaggi, di ambienti bui, di terrazze sui tetti e di finestre da cui si guarda una vicina, dove l’assenza di una trama visibile non è altro che lo scorrere del tempo e la capacità di assuefarsi a quello che la vita ti getta sul cammino nella speranza di una conclusione felice. Un libro delicatamente bello.









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