Libri di Narrativa
« Per gli amanti del glicine e del sole. Piccolo castello medievale italiano sulle coste del Mediterraneo affittasi ». Queste le parole di un breve annuncio pubblicitario apparso sul Times in una piovosa giornata di marzo al quale decidono di rispondere due giovani signore inglesi : Lotty Wilkins e Rose Arbuthnot, accomunate dalla tristezza di un matrimonio deludente e dal desiderio di trascorrere un periodo di riposo in una località soleggiata e piena di fiori. L’affitto del castello è però troppo costoso e così, tramite un secondo annuncio, due nuove compagne di viaggio con cui dividere le spese si uniscono a loro ; sono l’anziana e altezzosa Mrs. Fischer, ricca ma alquanto avara e perciò attirata dall’opportunità di una vacanza piacevole ma non troppo dispendiosa, e l’affascinante Lady Caroline Dester, la cui bellezza è così deliziosa da attirare costantemente a sé uno stuolo di ostinati e spesso noiosi corteggiatori dai quali lei vorrebbe inesorabilmente fuggire. E così, terminati i preparativi, le quattro donne sfuggono dalla piovosa Londra e dalla tristezza che accompagna le loro noiose vite, scandite dal dovere e dalle restrizioni emotive, per cercare un po’ di conforto nel tepore delle coste liguri. Qui, il mare e i fiori finiscono per incantarle sciogliendo ogni nodo che le intrappola, riconciliandole con il proprio passato, i propri cari ma soprattutto con se stesse e donando loro una nuova felicità. Una lettura delicata, quasi impalpabile … incantevole.
PROPOSTE DEL MESE (Agosto 2015)
Raymond Queneau, Esercizi di stile, ed. Einaudi, 2014
Un libro fuori dal comune, spiritoso, divertente e …, in una prospettiva storica e sociale, alquanto interessante. Inizia così : « Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: “Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito”. Gli fa vedere dove e perché ». E continua come una libera composizione musicale carica di entusiasmo. La breve notazione tutta centrata sulla descrizione di un uomo dal collo troppo lungo si snoda infatti vertiginosamente in altri novantotto racconti. Tutti diversi gli uni dagli altri ma ognuno significativo. Siamo invitati ad osservare l’episodio con prospettive diverse : quella del conservatore dai toni reazionari e quella del progressista dalle considerazioni ormai un po’ superate e obsolete ; quella scientifica e priva di emozioni del matematico/insiemista a quella insicura del perennemente incerto che intercala con troppi forse, dunque e cioè. Senza dimenticare il punto di vista del coatto, infarcito di espressioni eccessivamente rozze e grossolane ma comunque colorite. Gli esperimenti aumentano vertiginosamente tanto che l’episodio viene raccontato anche seguendo ciò che detta il gusto, l’olfatto e l’udito. E il gioco continua e potrebbe continuare ancora a lungo.
Novita Amedei, Dentro c’è una strada per Parigi, ed. Neri Pozza, 2014
Un romanzo che porta con sé grazia ed evanescenza. E’ la storia di tre donne che abitano nello stesso palazzo : la giovane Martha, la piccola Eline, sua figlia, e l’anziana Adèle. Ma è anche la storia di Jacob, un fotografo svedese, che abita nell’appartamento al sesto piano dello stesso edificio, presso il quale Martha, per recuperare i piccoli e grandi crucci che si sedimentano in ognuno di noi dopo una forte sofferenza - il licenziamento e il divorzio - inizia un po’ per sfida a fare le pulizie, e di Sébastien, il figlio di Adèle, che vive a Londra e che talvolta trascura un po’ troppo a lungo la madre. Le loro realtà si intrecciano e si toccano lievi. E lo fanno lentamente, nel rispetto di un tempo che non vuole affrettare gli eventi bensì sussurrare parole calme preferendo talvolta il riserbo del silenzio. Un impercettibile mondo fatto di piccole cose, tutte però preziose, e abitato da creature gentili, il cui incontro carico di gioia e conforto diviene un minuscolo e discreto festeggiamento. Ognuno è se stesso ma, forse, anche qualcosa di più, perché tutti sembrano aver imparato a mettersi nei panni degli altri. Una storia di rapporti d’amicizia, di affetto e di vita delicata, di madri e figlie che si tengono per mano sulle strade dei giorni, di persone che si incontrano, che camminano accanto, anche solo per un poco, e che poi, come nei sentieri di montagna, scompaiono senza fare chiasso.
Anita Brookner, Rue Laugier, Neri Pozza, 2009
In una calda e umida estate francese della fine degli anni Cinquanta, Maud Gonthier, timida diciottenne dalla bellezza austera, viso dorato, capelli biondi e occhi dalle lunghe ciglia prive di trucco, arriva nella casa di campagna della zia per trascorrere le vacanze. Qui incontra David Tyler, un inglese di incredibile bellezza, figlio di un ricco industriale, sfrontato come solo un giovane uomo che vanta prestigio e potere può essere, e Edward Harrison, amico di quest’ultimo dai tempi di Cambridge, timido libraio dall’aria romantica e, allo stesso tempo, dalle emozioni sfuggenti. Maud si innamora del seducente Tyler e non perderà l’occasione di trascorrere con lui e l’amico qualche altro giorno di vacanza in un piccolo appartamento in rue Laugier, a Parigi. Qui, improvvisamente Tyler la abbandona per ritornare nel mondo dorato da cui era venuto. Maud resta sola insieme alla sua grande delusione e, a poco a poco, capisce di essersi ingenuamente lasciata ingannare da un ragazzo bello e ricco dal comportamento tanto gentile quanto spietato che, vantando l’indifferenza più palese, si è preso sfacciatamente gioco dei suoi sentimenti. Dall’autrice di « Guardatemi », un romanzo in una scrittura perfetta e densa di vera drammaticità per esplorare e conoscere il sentimento della passione con le sue crudeli conseguenze e i suoi desideri infranti. Ogni frase non potrà non colpire il nostro cuore.
Antoine Laurain, La donna dal taccuino rosso, ed. Einaudi, 2015
Sullo sfondo di una Parigi di piccoli quartieri, strade e stradine, una commedia romantica ma non solo : una vicenda di sentimenti in cui riflessioni sulla fasi della vita e dell’amore si intrecciano a riferimenti letterali. A dare avvio alla storia è il ritrovamento casuale di una borsetta abbandonata su un cassonetto, dopo uno scippo, da parte di un uomo : Laurent, libraio in crisi sentimentale. Al suo interno alcuni oggetti tra cui un taccuino rosso su cui Laure, questo il nome della misteriosa proprietaria della borsa, aveva appuntato pezzi della sua anima, dei suoi sentimenti e delle sue paure. Ed ecco così il desiderio sempre più intenso di Laurent di trovare Laure per restituirle la sua sacca e, con essa, i suoi ricordi e le sue emozioni. Un ritmo noir che a poco a poco si dipana in una storia romantica, vellutata e morbida come un gatto da accarezzare. Chi è Laure ? Riuscirà Laurent, con l’aiuto di amici sinceri, figlie presuntuose ma capaci di sorprendere per empatia ed intraprendenza, colleghi e vicini di casa sempre pronti ad aiutare, a ritrovarla ? Non bisognerà porre limiti alla sua intraprendenza. Perché il contenuto di una borsa ritrovata può raccontare tutta una vita. A chi sa ascoltare.
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